Pantaleone Pagliula
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SPRECO ALIMENTARE..... ED ETICA.
Lo spreco alimentare è una questione etica, sociale, economica e ambientale. Specialmente durante il periodo delle festività natalizie cerchiamo di non sprecare cibo e di non utilizzare piatti e stoviglie di plastica.
E’ ben noto che Il macro comparto alimentare è responsabile del 30% circa del consumo di energia globale e del 22% delle emissioni di gas serra . Diffondere modelli nutrizionali e di consumo sostenibili è dunque auspicabile non solo per la salute e un’alimentazione più equilibrata, ma anche per l’ambiente.

L’ Italia si rivela la peggiore in Europa negli ultimi 20 anni con l'80% dello spreco generato dai consumatori e il 20% da scarti del processo di produzione e trasporto e vengono sprecati ogni anno per abitante 67 Kg di alimenti per un totale di oltre 4 milioni di tonnellate di spreco.
Nel mondo il 17% di quanto viene prodotto viene buttato descrivendo una realtà che vede grandi ettari di terreno coltivabili utilizzati per produrre alimenti che vengono eliminati, scartati e buttati. Contemporaneamente nel nostro pianeta 795 milioni di persone non hanno cibo e la stragrande maggioranza vive nei paesi in via di sviluppo dove il 13 % della popolazione soffre di denutrizione e un bambino su 6 è sottopeso.
Lo spreco alimentare è una questione etica, sociale, economica ed ambientale. Ogni tonnellata di cibo sprecato è responsabile della produzione di 4,5 tonnellate di CO2 che sono il principale fattore del cambiamento climatica e del riscaldamento del pianeta che stiamo vivendo. Una indagine condotta dall’Università di Bologna ha monitorato lo spreco alimentare in tre diversi contesti: famiglie, mense scolastiche e grande distribuzione.
Partendo proprio dalle famiglie, l’indagine rileva un’importante incidenza della dimensione del nucleo familiare sullo spreco pro-capite, con differenze significative tra single e famiglie di tre o più componenti evidenziando che chi vive da solo, generalmente spreca di più. Lo spreco alimentare è più accentuato nel Centro e Sud Italia, rispetto al Nord.I prodotti maggiormente sprecati sono le verdure (25%), seguiti da latte e latticini (17,6%) e frutta (15,6%). Circa la metà del cibo buttato è rappresentato da prodotti che non sono stati consumati in tempo, ammuffiti o scaduti.
Dai dati raccolti nelle mense scolastiche, emerge che quasi il 30% del cibo preparato non viene consumato. Di questo verdura e legumi rappresentano il cibo più soggetto allo spreco, seguiti da prodotti amidacei di base, pesce e derivati, uova e derivati e latte e derivati. Sovrastima del cibo da somministrare agli studenti e rifiuto di alcuni di loro a consumare determinati alimenti, sono le cause principali dello spreco.
Inserire nei programmi didattici delle scuole un corso di educazione alimentare, lotta allo spreco e sostenibilità dei sistemi agroalimentari, potrebbe costituire un ottimo stimolo per gli studenti a porre maggiore attenzione al sistema
cibo.

Il terzo macrocontesto analizzato dall’indagine è la grande distribuzione alimentare, dove spesso ad essere buttati sono alimenti ancora adatti al consumo. Le principali cause dello spreco riguardano qui la presenza di rimanenze di magazzino e prodotti in scadenza, dovute alla difficoltà nel prevedere i flussi di vendita, danneggiamenti al packaging, rimanenze di promozioni, prodotti rovinati nel trasporto, nello stoccaggio o nella refrigerazione.
L’ortofrutta è il reparto che produce le maggiori perdite, seguito dal settore dei liquidi Il reparto dei surgelati e quello della panetteria sono quelli con le quote più basse di spreco.Gli esperti dello Stop Food Waste Day del 2022 per prevenire e ridurre lo spreco alimentare, raccomandano ogni giorno la realizzazione della lista della spesa prima di andare al supermercato per acquistare solo il necessario, recuperare e utilizzare con creatività gli scarti, creare uno spazio nell’interno del frigo in cui inserire gli alimenti con il rischio più alto di essere buttati, donare le scorte extra a una dispensa alimentare oppure a una raccolta, controllare la scadenza degli alimenti.
Per Papa Francesco “lo spreco alimentare è uno dei segni nefasti della cultura dello scarto che mette in pericoloil destino stesso del pianeta, aumentando le diseguaglianze tra chi nel mondo ha troppo e chi invece ha troppo poco. Lottare contro la piaga terribile della fame nel mondo vuol dire anche combattere lo spreco. Lo spreco di cibo è come sprecare le persone “.
In questo periodo natalizio cerchiamo tutti di non sprecare cibo e di non utilizzare piatti e stoviglie di plastica monouso che purtroppo con la pandemia sono tornati prepotentemente ad essere utilizzati.
Pantaleone Pagliula
