Pantaleone Pagliula
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PANTALEONE PAGLIULA
Nardò, 15 Agosto 2021
"Una riflessione sulla gestione delle acque nella nostra Regione"
Al caldo feroce di questi giorni e agli incendi diffusissimi mi sembra opportuno fare una riflessione sulla gestione delle acque nella nostra Regione e soprattutto nel nostro Salento.
Lo scenario climatico sta cambiando velocemente e si legge in modo evidente anche attraverso la rete dell’acquedotto. Le piogge si sono rarefatte e quando piove sono tempeste, quelle che molti chiamano in modo approssimativo “bombe d’acqua”. (Parabita in Fig.)
Le piogge fortissime concentrate in poco tempo non impregnano il terreno e non ricaricano le sorgenti defluendo subito con la furia delle piene e degli allagamenti.
Negli ultimi tre anni per il nostro acquedotto Pugliese le sorgenti si sono impoverite del 21% e i bacini si sono vuotati del 39%.
Per noi la questione è ancora più grave perché Il Salento è dissetato anche dalle acque estratte dal suo sottosuolo che si stanno sempre di più impoverendo , e i mari che lo circondano da ogni lato cominciano a infiltrare le loro acque salate . La situazione idrica è al limite del drammatico che in parte è frutto delle eccezionali situazioni del meteo ma anche soprattutto degli uomini. La Puglia perde 9 milioni di metri cubi d’acqua dai bacini utili alla piena attività irrigua in una settimana, ma è in Salento la punta dell’iceberg essendo una zone in maggiore sofferenza idrica, con il conto salato del dissesto idrico in Puglia di oltre 300 milioni all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti.
Le opere programmate sono diventate eterne e incompiute non essendo riusciti a sfruttare al meglio tutte le risorse messe a disposizione della programmazione degli interventi idrici e di riassetto del territorio nei prossimi anni. Purtroppo è andata persa finora l’opportunità di ridisegnare una politica irrigua e di bonifica integrale in Puglia. (fig.3 tratta da 'Agenda 21 della Terra d'Arneo').
Il clima cambia, i fiumi , le sorgenti e le falde acquifere si impoveriscono e i consumi d’acqua crescono.
Le acque del fiume Sele, del Calore, del Fortore, del Pertusillo non bastano più e l’Acquedotto Pugliese cerca acqua fresca, almeno il 40% in più entro il 2050.
Si pensa di poter fare arrivare a Bari acqua da un’ottantina di chilometri più a levante che l’Albania lascia scorrere nell’Adriatico oppure utilizzare l’acqua del fiume Pescara, in Abruzzo che ogni secondo getta in mare dai 30 ai 40 metri cubi di acqua.
Ma la cosa più aberrante è che da trent’anni che in Italia non si fa manutenzione e le reti idriche sono vecchie e obsolete, soprattutto al Sud con perdite che raggiungono anche punte del 50% . (In foto 'Albania – Siri y Kalter – La Sorgente dell’ Occhio Blu - vicino a Saranda')L’Italia è anche il paese con un altissimo spreco di acqua dolce. Di chi è la colpa?
Una parte è del cambiamento climatico che ha portato a un aumento repentino delle temperature e alla diminuzione delle piogge , poi del mancato mantenimento delle strutture e manutenzione delle strutture idriche e infine dello spreco dell’acqua nelle nostre case.Un consapevole consumo di acqua potrebbe migliorare la situazione ambientale se iniziamo ad avere in famiglia un consumo d’acqua più cosciente e sostenibile.
Ogni italiano, secondo l’Istat, consuma ogni giorno 245 litri d’acqua: con qualche piccolo accorgimento possiamo ottimizzare questa risorsa preziosa e sposare uno stile di vita più sano e sostenibile.
Pantaleone Pagliula