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Pantaleone Pagliula

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PANTALEONE PAGLIULA         Nardò, 29 Luglio 2022                                               | inserito Eco/Ambiente 29.07.2022

             LA “ TRANSIZIONE ENERGETICA “ PUO’ PARTIRE DAGLI ALLOGGI POPOLARI E DAI CONDOMINI.

Purtroppo nel nostro Paese la politica e la burocrazia stanno rallentando e rendendo sempre più difficile la “transizione energetica“ e non ci rimane che credere sempre di più a una  transizione energetica voluta e realizzata dai cittadini  dove ognuno di noi fa la sua parte da protagonista partendo dalla consapevolezza che può contribuire a ridurre le emissioni e i cambiamenti climatici , la nostra dipendenza dall’estero, risparmiare denaro e percorrere concretamente la sostenibilità.
Per fare questo si sta affacciando una speranza concreta già diffusa in Europa, in varie parti del Mondo e in Italia: la speranza delle Comunità Energetiche che sono una nuova idea di produrre energia che rende protagonisti i cittadini, il territorio e gli Enti Locali.
Purtroppo negli ultimi decenni si sono privilegiate soluzioni individuali e verticistiche a scapito dei diritti collettivi e questo è un modo realistico per sperimentare qualcosa di sostenibile, democratico e condiviso che mette al centro le energie pulite come strumento per fare comunità.
Le Comunità Energetiche potrebbero essere una prima inversione di rotta perché danno la possibilità di mettere in comune la produzione di energia da fonti rinnovabili con la lotta ai cambiamenti climatici integrando il reddito e mettendo al centro la figura del produttore collettivo e il consumatore di energia individuale. Tutto questo potrebbe anche rappresentare un cambio di modello, sociale prima ancora di ambientale, perché è in grado di rimettere, partendo dal basso, il collettivo al centro della società.
Le Comunità Energetiche sono lo strumento più importante che abbiamo a disposizione per raggiungere la decarbonizzazione del sistema energetico nazionale e rappresentano un processo rivoluzionario che da ai cittadini, alle associazioni e alle imprese la possibilità di installare impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile e di autoconsumarla in loco.
Oltre ai risultati energetici ci sono anche quelli economici e sociali che permettono di coniugare il lavoro con la tutela dell’ambiente e ottenere un cospicuo risparmio sulle bollette energetiche perché sarà possibile produrre energia a un prezzo più basso rispetto a quello di mercato.
Anche se c’è una fortissima opposizione politica allo  sviluppo delle Comunità Energetiche da parte dei fornitori di energia centralizzata, da tempo in molti paesi del Nord Europa si è operato affinché le aziende produttrici di energia fossero parte integrante delle Comunità Energetiche e moltissime città della Germania, dell’Olanda, della Danimarca  decidono in autonomia a che affidare la fornitura della propria energia contribuendo a cambiare profondamente gli attuali assetti geopolitici legati alle fonti fossili .
 
Alla luce di quanto sta avvenendo riguardo alla nostra dipendenza energetica dalla Russia e a quanto saremmo costretti a subire sempre di più nei prossimi mesi, quanto mai adesso serve coraggio e visione del futuro programmatica e coerente  che purtroppo fino adesso non esiste e che si legge come cronica incapacità di programmare in modo coerente e definitivo.
Esistono diversi esempi in Italia di Comuni che stanno realizzando prototipi di Comunità Energetiche e tra queste emblematico la Comunità Energetica del Comune di Roseto Valfortore in Puglia dove l’obiettivo è quello di arrivare alla copertura totale dei consumi elettrici e di destinare il surplus energetico alla vendita fuori dalla stessa comunità.
Anche il Comune di Melpignano, nella nostra Provincia, punta a convertirsi in Comunità Energetica Rinnovabile e ha già iniziato uno percorso che partendo dall’individuazione dei siti idonei per l’istallazione di impianti fotovoltaici che serviranno la comunità porterà  a uno studio per  la definizione della potenza, del costo di massima, la stima del numero delle potenziali famiglie aderenti alla comunità e alla fine la redazione del business plan preliminare che valuterà i benefici economici, sociali e ambientali.
Nella nostra città, per costruire una comunità energetica, si potrebbe in una prima fase di prefattibilità coinvolgere e mettere a disposizione i tetti di alcune case popolari privilegiando le fasce più fragili maggiormente bisognose e poi iniziando percorsi di partecipazione comuni tra pubblico e privato, aventi come obiettivo l’utilizzo delle rinnovabili, per vincere la sfida del clima e il ricorso all’energia pulita.
Le Comunità Energetiche, introducendo meccanismi che favoriscano la partecipazione, partono dalla consapevolezza che ogni piccola azione può fare la differenza e incidere sul benessere di noi tutti e la salvezza dell’intero pianeta terra.



Pantaleone Pagliula



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