GUSTAVO FALANGONE Internato Militare Italiano n° 101497 - NARDO' FOTO ARTE STORIA

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GUSTAVO FALANGONE Internato Militare Italiano n° 101497

INTERNATI MILITARI ITALIANI

LELE PAGLIULA             Nardò, 22 Marzo 2022                                                                                       inserito in I.M.I. il 20.03.2022
                                                                                                                                          
 
 
VITTORIA FALANGONE                  Nardò,  22 Marzo 2022                     inserito I:M:I. | Gustavo Falangone

A volte mi ritrovo a pensare come il destino possa essere cattivo nel segnare la vita di alcune persone. Mi chiedo come sia possibile che la sfortuna vada a colpire queste ultime con la massima della sua potenza.
Sfortuna che può attaccare bambini, adulti, adolescenti o anziani.
In questo caso si parla della vita del mio nonno, Gustavo Falangone.
Credo e spero che tutti sappiate di cosa sto parlando se nomino i campi di concentramento o la seconda guerra mondiale.

Mio nonno tutto ciò lo ha vissuto in prima persona, sulla sua pelle. Tutto ciò che so su di lui mi è stato tramandato da mio padre, ovvero suo figlio. Da quando sono abbastanza grande per capire, mi racconta tutto sul nonno. I bei momenti e i brutti momenti. Mi ha anche raccontato dell'esperienza più brutta che ha dovuto passare. E io la voglio raccontare a voi. Aveva diciotto anni quando partì in guerra a difendere la nostra patria.
Le cose prima erano ben diverse e per questo lui sapeva già svolgere il suo lavoro perfettamente. Faceva il falegname, uno dei più bravi della nostra città a quei tempi!
E questo lo aiutò in un certo senso.
Appena arrivato al campo di concentramento di Rostock, in Germania, non venne smistato con gente a caso. Lui era un bravo lavoratore e lo misero dalla parte delle persone che potevano tornargli utili o che potevano aiutare i tedeschi in qualche modo.

Più precisamente gli assegnarono l'incarico di capo cantiere in una enorme falegnameria dove producevano i sedili in legno per I vagoni dei treni. Il modo in cui venivano trattati non era certamente al livello dei veri e propri ebrei, ma era comunque un comportamento atroce. Come tutti gli altri veniva riconosciuto come un insignificante numero.
Il suo era 101497 e fortunatamente non lo aveva tatuato sul braccio come gli altri. Infatti lo aveva appeso al collo, come una collana che però non ha un gioiello o un punto luce appeso. Ma il tuo "nome". Perchè lì, per loro quello era il tuo nome.

Già da ciò si possono notare le differenze tra loro e i prigionieri più sfortunati.
Qualche differenza c'era anche nell'alimentazione... Molto spesso le persone venivano lasciate senza cibo per giorni oppure davano da mangiare le bucce delle patate.
Date le sue condizioni mio nonno stava relativamente meglio rispetto agli altri... se così si può dire.
A lui e i suoi compagni venivano date più spesso le bucce e, a volte, dei pasti più sostanziosi come gli avanzi dei tedeschi.

Gli tagliarono anche i capelli, come alle donne, per non avere problemi riguardo malattie di vario genere.
Dopo tre anni fuori casa, i suoi familiari lo diedero per morto ma lui tornò a casa.. e fu grande festa per tutti!
Con il tempo conobbe mia nonna e fecero due figli, mio padre e mia zia.
Mio nonno iniziava a godersi un po' la vita dopo le brutte cose che ha passato e a divertirsi con la sua famiglia. Ma non tutte le storie finiscono benissimo.

Gli venne un ictus e trascorse gli ultimi 18 anni della sua vita tra letto e poltrona, accudito da mia nonna.
E' così che lo ricordo; in un letto a casa. Sempre dolorante.
Però mi piace pensare che lui continuava a scherzare con me nonostante stesse male. Ero piccola e ancora non mi avevano raccontato la sua storia, ma per me rappresentava già un super nonno.
E non mi scorderò mai quanto era bello essere presa in braccio da mio padre per arrivare alla guancia sottile e delicata del nonno per poi dargli un bacio che mi riempiva il cuore sempre di più.
Io amo il mio eroe, il mio Nonno.

Vittoria Falangone
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