INTERNATI MILITARI ITALIANI
INTERNATI MILITARI ITALIANI
Nella legge 20 luglio 2000 n.211 si prevede negli articoli 1 e 2 il ricordo dei soldati militari italiani che in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943 , rifiutando di firmare l’adesione al governo di Hitler e della Repubblica Sociale Italiana, furono internati nei lager del Terzo Reich. I racconti che man mano pubblicheremo nel nostro contenitore FOTO ARTE STORIA riguarderanno testimonianze di Internati Militari Italiani ( IMI ) della nostra città, e di città vicine, accogliendo con piacere la sollecitazione di Pantaleo , figlio di Nino Pagliula , un IMI a cui la nostra città ha intitolato una Piazzetta, che da anni lavora per dare risalto alle tristi storie degli IMI che per decine di anni sono rimaste nell’oblio e quasi mai presenti nelle cerimonie durante le varie ricorrenze istituzionali come il 25 aprile o il 2 giugno .
Queste testimonianze sono rimaste spesso solo nella memoria dei nostri genitori o nonni oppure nei cassetti degli armadi, mai raccontate per voler scordare, per non causare traumi familiari nei confronti di moglie e figli, per il timore di non essere creduti, ma con l’attesa che qualcuno chiedesse.Soprattutto molta difficoltà da parte di questi nostri eroi a raccontare storie di sofferenze , violenze subite, malattie, morti durante il lungo internamento che la disinformazione della stampa fascista aveva volutamente oscurato per fare credere che centinaia di migliaia di soldati italiani non erano prigionieri ma lavoratori per loro scelta , a sostegno del regime fascista , facendo passare persino l’idea che fossero dei collaborazionisti. Non conosciamo il numero e le storie degli Internati Militari Italiani nostri concittadini e contiamo sulla volontà di figli, nipoti, pronipoti ad allargare la conoscenza chiedendo nuove testimonianze, nuove documentazioni, foto, lettere, riconoscimenti, che insieme al nostro lavoro di ricerca diano la possibilità di nuove pubblicazioni che quanto mai sono fondamentali in questo triste periodo di guerra in Europa per dare voce a chi ha vissuto la guerra e con la loro storia continua a gridare per l’unità dei popoli e per la costruzione della pace.